MMA, come è andata UFC 275 | L'Ultimo Uomo

2022-07-02 02:54:56 By : Ms. Jane Chan

Non solo la sconfitta stoica di Teixeira.

Domenica, nella cornice del Singapore Indoor Stadium, UFC 275 ci ha regalato tre incontri incredibilmente combattuti, tra uomini e donne coriacei, che hanno onorato con il sangue e con il sudore l’ottagono come non si vedeva da tempo. A fare da copertina alla card c’era il match tra Glover Teixeira, ex campione dei massimi-leggeri, e Jiri Prochazka, detto “il samurai ceco” (e prima ancora “Denisa”, dal nome di una sua ex ragazza). 

Prochazka è senz’altro uno dei fenomeni più significativi ad aver calcato il pavimento dell’ottagono negli ultimi anni.  Ex campione Rizin e GCF, seguace del codice del Bushido, il record di Prochazka  (29-3-1) potrebbe tranquillamente parlare per lui. 

#UFC275 Official Scorecards: Glover Teixeira vs Jiri Prochazka (@Jiri_BJP)

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Veterano alla soglia dei trent’anni, con un’esperienza ed una durezza difficilmente replicabili, “il samurai ceco” si è laureato campione ai danni di Teixeira, che fino agli sgoccioli del quinto round stava vincendo l’incontro.

A quota tredici vittorie consecutive (tre delle quali in UFC, tutte per finalizzazione), Prochazka ha uno stile molto particolare che ha conquistato sia gli appassionati che i tifosi occasionali. Una prova è proprio il fatto che,  nonostante quest’ultima vittoria sia arrivata ai danni di uno dei veterani e campioni più amati dal pubblico, il già citato Glover Teixeira, il pubblico non ha smesso di osannarlo.

C’è da dire che non è stata una vittoria da underdog. I bookmaker davano favorito Prochazka, una scelta comprensibile, data la freschezza e l’imprevedibilità del combattente ceco, ma Teixeira, per quanto possibile, ha sorpreso molti osservatori, offrendo una grandissima prestazione. Grazie allo spettacolo offerto nella gabbia, a entrambi è stato riconosciuto il bonus Fight of the Night. 

Il combattimento si è aperto con un Prochazka guardingo, ma comunque nella parte dell’aggressore. Teixeira, più chiuso e frontale in guardia, attendeva l’iniziativa dell’avversario, tentando di colmare col suo pugilato educato e molto tecnico l’inevitabile gap di freschezza atletica. L’obiettivo di Teixeira, nello specifico, era quello di centrare in counterstriking Prochazka, che alla lunga ha dimostrato una resistenza ai colpi a tratti disumana.

Prochazka, per tentare di far aprire Teixeira, ha cambiato spesso stance, passando da quella ortodossa alla mancina, ma il brasiliano è rimasto attento e molto chiuso. Un’altra costante è stata la finta di ginocchiata saltata del ceco, che mirava a far chiudere a riccio l’ex campione o comunque di dissuaderlo da tentare il takedown, senza grande successo c’è da dire. Il primo atterramento infatti è arrivato dopo poco più di un minuto, con Prochazka che è riuscito a mettersi in guardia da terra, ma che non ha potuto evitare i primi colpi in ground and pound. 

Gomitata mancina di Teixeira nella guardia di Prochazka.

Nel tentativo di rimettersi in piedi, Prochazka ha lasciato la schiena vulnerabile, una mossa che uno come Teixeira gli ha fatto pagare subito, costringendolo schiacciato alla parete, mentre il brasiliano si organizzava per inserire i ganci. 

Prochazka ha tentato di controllare il polso, ma Teixeira è riuscito lo stesso a girarsi dal lato giusto e a guadagnare una side position, dalla quale il ceco è riuscito a divincolarsi poco dopo. Nonostante Prochazka fosse riuscito a rialzarsi, comunque, la sensazione era che Teixeira avesse un grosso vantaggio da terra. E così è continuato a sembrare fino alla fine del quinto round. 

Teixeira ha guadagnato un altro takedown alla fine del round, riuscendo a montare il suo avversario, scaricandogli addosso un feroce ground and pound e prendendogli poi la schiena. Il ceco non si è arreso: ha fatto scivolare Teixeira dalla sua schiena e ha iniziato poi a colpirlo con il suo ground and pound, ma ciò non è bastato per prendersi il round. 

Prima di un dito in occhio involontario, all’inizio del secondo round  il ceco è ripartito all’assalto. Il suo stile è particolarissimo: sembra tranquillo anche mentre aggredisce l’avversario, non si fa sovrastare dalle emozioni, siano esse positive, come un colpo messo a segno, o negative. Prochazka, semplicemente, procede. 

Teixeira però inizialmente non sembrava particolarmente spaventato dal suo avversario. Del fighter brasiliano stupisce in primo luogo la naturalezza nei movimenti di testa: a 42 anni il brasiliano ha ancora grandi riflessi ed una tenacia marcata. Nonostante questo, a tre minuti al termine del round Teixeira ha subito l a prima vera ginocchiata di Prochazka e poco dopo un uno-due che lo ha costretto a cercare la guardia da terra. Il resto del round ha visto il ceco leggermente superiore negli scambi, durante i quali ha mostrato al pubblico la solita creatività.

Una splendida gomitata ascendente da parte di Prochazka.

Il sorriso che i due si sono scambiati prima dell’apertura del terzo round è stato significativo del ritmo forsennato che hanno imposto al match e del rispetto che non è mai mancato tra i due.  Teixeira, in apertura, ha subito tentato un takedown, ma un gancio del suo avversario nel processo gli ha fatto perdere attimo e lucidità, finendo nello sprawl di Prochazka. Dopo quest’azione, il ceco è sembrato aver compreso l’abilità di Teixeira al suolo e non ha più voluto regalargli nulla. 

Da quel momento comunque il ritmo di Teixeira è cominciato a calare, mentre Prochazka ha iniziato a trovare il ritmo, colpendo con jab e low kick. Dopo un tentativo di middle kick di Prochazka, Teixeira ha bloccato ed ottenuto l’ennesimo atterramento. A questo punto, però, le parti si sono ribaltate: Prochazka è riuscito a rimettersi in piedi e portare Teixeira a parete, colpendolo ripetutamente fino a mandarlo al suolo e continuando in ground and pound. Il fighter brasiliano è stato trasformato in una maschera di sangue, ma la sua durezza mentale gli ha consentito di rimanere dentro al match. 

Si è arrivato così al quarto round, in cui Teixeira è partito forte, aggredendo Prochazka con combinazioni di braccia che lo hanno costretto ad arretrare. Ciò che stupisce del “samurai ceco” è però la sua capacità di rispondere anche in condizioni di estrema difficoltà.  Teixeira l’ha centrato infatti con colpi potenti e precisi, tra i quali un gancio alla tempia che l’ha fatto tentennare, ma Prochazka ha continuato a difendersi attivamente, senza mai perdere davvero la bussola. Il quarto round è stato un po’ un assolo del brasiliano: takedown ottenuto subito, ground and pound potente e preciso, attacco perpetuo. Ma Prochazka non ha ceduto. Anzi, ha reagito in maniera incredibile ai colpi subiti, continuando a muoversi e a difendere tutto ciò che l’ex campione gli ha riservato, compreso un tentativo di arm-triangle sventato afferrandosi il braccio coinvolto nello strangolamento e girando sotto. Una difesa da manuale, che gli ha consentito di riprendere poi il vantaggio a terra, avanzando verso Teixeira.

Sequenza del tentativo di arm-triangle choke da parte di Teixeira. La difesa di Prochazka è da manuale.

I ribaltamenti di fronte, da qui, sono stati frequenti: prima Prochazka ha colpito Teixeira in ground and pound; Teixeira è riuscito poi a prendere la schiena abbracciando il busto del suo avversario e passando sotto il suo braccio, arrivando a prendere quasi del tutto la schiena. Successivamente Prochazka ha rimosso il gancio rappresentato dal piede destro di Teixeira e ha finito il round in posizione dominante. 

Nella quinta ripresa entrambi i fighter apparivano stremati, anche se Prochazka sembrava avere ancora qualcosa in corpo. In questo contesto, Teixeira è andato a segno con pesanti colpi dritti alla testa, ma poi ha fatto l’errore di cercare la guillotine choke senza andare a segno.

I due hanno continuato a scambiare, con Prochazka pronto a subire tutto ciò che Teixeira gli offriva ed a restituirlo con gli interessi. A metà della ripresa, il brasiliano ha tentato l’ennesimo takedown, portato a segno ed ha montato, con un minuto e mezzo sul cronometro, il suo avversario. Un esito diverso dalla vittoria del brasiliano, a questo punto, era impensabile.

Ma a quel punto Jiri Prochazka ha tirato fuori qualcosa di speciale.  Aiutandosi con la gabbia, il ceco ha ribaltato Teixeira, prendendo la back mount e colpendo in ground and pound. Poco dopo, è passato in side position. Il tutto, per preparare la strada ad una rear-naked choke della disperazione, con trenta secondi sul cronometro, alla quale il brasiliano, ormai in affanno, non ha saputo trovare risposta, battendo per tre volte la mano sulla morsa. 

Nonostante il finale sorprendente, i due si sono scambiati ogni possibile segno di rispetto dopo la fine dell’incontro. Glover ha detto che continuerà ad andare avanti come ha sempre fatto. «Ho combattuto così male?», ha chiesto retoricamente a Daniel Cormier che lo ha intervistato «E allora continuerò», ricevendo un’ovazione generale. Prochazka, invece,  ha dichiarato che, nonostante la vittoria, non è rimasto contento della propria prestazione e che imparerà dai suoi errori. 

Alla fine è sembrato quasi che a vincere l’incontro fosse stato comunque Teixeira, esaltato per la sua durezza, per la tenacia, e per la capacità di riuscire a tenere testa ad atleti più giovani e pronti. Adesso speriamo che UFC gli offra l’ultimo match in carriera nella sua città d’adozione, New York, per un saluto all’ottagono che darebbe misura della grandezza di una carriera incredibile.

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Quando combatte Valentina Shevchenko l’unica domanda possibile è quanto resisterà la sua avversaria. Le cose però sono cambiate nel suo match contro Taila Santos, frettolosamente etichettata dal pubblico e dagli esperti come l’ennesimo agnello sacrificale.  E invece, a grande sorpresa, Santos si è rivelata un’avversaria degna di questo nome.  Già prima di questo incontro comunque Taila Santos aveva un record incredibile, macchiato solo da Mara Romero Borella, comunque per decisione non unanime. 

Dopo un’iniziale fase di studio fatta di leg kick preparatori, è stata Shevchenko a tentare uno spinning back kick, prontamente evitato dalla Santos, in possesso di un footwork rapido e leggiadro. Quando Santos ha caricato con un’azione à la Wanderlei Silva , Shevchenko ha legato e l’ha portata a parete, ma ha subito capito che l’equilibrio e la forza della Santos erano diversi rispetto a quelli delle sue ultime avversarie. Quando la fighter kirgisa ha tentato una proiezione, Santos si è ricomposta ed ha ottenuto la posizione di vantaggio, prendendo subito la schiena e tentando la rear-naked choke, posizione nella quale si è conclusa la ripresa. 

Shevchenko ha continuato a trovare difficoltà anche dopo la fine del primo round. Santos, grazie al suo lavoro di in & out, ha limitato i punti di riferimento, facendosi inseguire e puntando sul clinch. Portata l’avversaria a parete, la brasiliana ha ottenuto il takedown ed ha iniziato a colpire in ground and pound, tenendo un lungo dominio della posizione. Sulla pressione serrata di Santos, Shevchenko ha tentato una gogoplata, dalla quale però l’avversaria è riuscita ad uscire, non senza un’iniziale difficoltà. 

Il tentativo di gogoplata da parte di Shevchenko.

Dopo una fase di stallo, con un minuto sul cronometro, l’arbitro ha fatto rialzare le contendenti. Poco dopo, Shevchenko ha proiettato giù Santos, gettando i presupposti per una armbar che però non è stata tentata. Santos ha terminato il round nella guardia di Shevchenko, portando sicuramente il round dalla sua parte.

Le difficoltà sono continuate anche nel terzo round. Negli scambi iniziali, Shevchenko è parsa rigida, quasi in tensione per dover fare alle volte la counterstriker per la prima volta nella sua carriera. In questo modo, l’aura di invincibilità di Valentina Shevchenko si è pian piano sgretolata, rendendola vulnerabile alle controffensive dell’avversaria. Con meno di due minuti al termine del round, Santos ha portato a parete Shevchenko, trascinandola giù legando alla cintura e prendendo la schiena, e mettendo poi un triangolo al corpo. Anche questo round è sembrato in favore della sfidante. 

Le cose sono iniziate a cambiare dal quarto round. Prima uno scontro tra teste, che ha visto la Santos avere la peggio con un occhio destro che si gonfiava a vista d’occhio, poi headkick violento si è abbattuto sulla brasiliana, che comunque è riuscito ad assorbirlo. 

Il danno subito da Santos.

Da quel momento in poi Shevchenko ha iniziato a colpire il lato meno coperto della Santos, quello con l’occhio ormai chiuso. La fighter kirgisa ha odorato sangue, ma non si è lasciata andare: la sua fronte era gonfia per i colpi subiti e Santos non pareva voler cedere il passo facilmente, anche quando perdeva uno scambio. Dopo un round dominato, quando mancavano venti secondi alla fine della ripresa, Santos ha però trovato un takedown provvidenziale. 

La brasiliana ha quindi provato a limitare la ferocia dell’avversaria, tentando il clinch e riuscendoci dopo aver subito un diretto pesante. Trascinata l’avversaria a terra, Santos ha preso la schiena. Shevchenko è riuscita però a farla scivolare, rimettendo in piedi il match. 

Mentre Bisping si chiedeva se Shevchenko avesse bisogno uno stop per vincere, questa ha messo a segno una combinazione che ha fatto tremare le gambe alla sfidante. Subito dopo ha messo a segno un takedown che, ai fini dei cartellini, è stato probabilmente fondamentale. Con un controllo in mezza monta, favorito da un’azione in ground and pound, Shevchenko ha così finito il match in top position. 

Una decisione davvero difficile da parte dei giudici (con il primo round molto equilibrato che probabilmente ha fatto da ago della bilancia) ha premiato Valentina Shevchenko, che ha ottenuto il consenso di due giudici su tre.

Shevchenko ha ammesso che il combattimento è stato molto difficile, ma che comunque pensava di aver fatto abbastanza per ottenere la vittoria. Santos ha invece ammesso di aver avuto dei problemi dopo la chiusura dell’occhio, ma non si è lamentata della decisione dei giudici. Certamente la divisione dei pesi mosca ha trovato una nuova e concreta contendente.

Il rematch tra le due ex campionesse dei pesi paglia Weili Zhang e Joanna Jedrzejczyk non ha deluso le aspettative. Le due si erano già affrontate a UFC 248 , il 7 marzo 2020, in un incontro terminato con la vittoria di misura per decisione non unanime di Zhang e con un infortunio della fighter polacca alla fronte. Le due avevano regalato uno dei match più belli degli ultimi tempi. L’attesa era dovuta anche al fatto che da quel match Jedrzejczyk non era più tornata a combattere. Insomma, l’epica della rivincita montava, nel pubblico e presumibilmente anche nella stessa Jedrzejczyk.

In apertura, Jedrzejczyk ha iniziato con molte finte di jab e calci circolari, provando da subito a trovare le giuste distanze. Zhang è però una fighter esperta ed ha letto da subito le intenzioni della sua avversaria. I primi scambi tra le due sono arrivati fuori misura, il primo buon colpo è stato un leg kick di Jedrzejczyk in uscita che ha fatto perdere l’equilibrio alla fighter cinese, tornata però subito in piedi. La discrepanza fisica tra le due si è notata solo quando Zhang ha ottenuto il takedown, scena che si ripeterà più volte nel corso dell’incontro. 

Dopo un tentativo di riportare infatti il match in piedi, infatti, la polacca è stata trascinata ancora al suolo ed ha dovuto subire la full mount di Zhang, che l’ha colpita in ground and pound.

Gomitata a segno da parte di Zhang.

Solo dopo molte difficoltà Jedrzejczyk è riuscita a rimettersi in guardia, e poco dopo a rialzarsi. 

Nel secondo round le due hanno ripreso a scambiare ad alta intensità. La rapidità era dalla parte della polacca, ma Zhang pareva avere la meglio nella chiusura delle combinazioni. Spossata dai continui clinch e dalla fisicità di Zhang, Jedrzejczyk ha cominciato a sbracciare occasionalmente per tenere a distanza la sua avversaria, perdendo lucidità. In questo modo, a poco più di metà round, Zhang è andata a segno prima con un jab e poi con uno spinning back fist mortifero, che le ha regalato un KO plastico. Jedrzejczyk è crollata faccia al tappeto. 

La sequenza che ha terminato l’incontro.

È stata una sconfitta dolorosa per Jedrzejczyk, che ha visto finire la sua carriera nel peggiore dei modi. Dopo la fine dell’incontro, la fighter polacca ha dichiarato di volersi mettere le MMA alle spalle, diventando mamma e donna d’affari. 

Quella di Jedrzejczyk comunque rimane una carriera straordinaria, fatta di numerosi record, come quello di maggior numero di incontri titolati in UFC (al pari di Amanda Nunes, 10), quello di maggior numero di difese titolate nella divisione pesi paglia (5) e quello di maggior numero di vittorie consecutive nella divisione. E questo senza contare la conquista di essere stata la prima campionessa polacca in UFC. Jedrzejczyk è stata una campionessa mitica, iconica, che ha spesso stabilito record anche per la differenza di colpi tra lei e le sue avversarie, una game changer assoluta nello sport delle MMA.

E pensate che questo è stato solo il finale di UFC 275. Una card che ha regalato di tutto e di più e che forse sarà ricordata come l’evento più spettacolare del 2022.

Giovanni Bongiorno scrive di MMA e ne parla nel podcast di MMA Talks.

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